Per volontà di papa Francesco, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, con Decreto in data 11 febbraio 2018 (Prot. N. 10/18), ha iscritto nel Calendario romano generale, al lunedì dopo Pentecoste, la celebrazione di Maria Madre della Chiesa con il grado di memoria.
La memoria è ora inserita anche nella terza edizione italiana del Messale Romano (p. 568) con il rimando al formulario A delle Messe votive della beata Vergine Maria (pp. 935-936).
A questo link sono disponibili i testi propri della Liturgia delle Ore e del Lezionario.
Maria, Madre della Chiesa. Una “maternità” sviluppata nei secoli
È stato il beato Paolo VI, papa, a dichiarare Maria Madre della Chiesa alla conclusione della terza sessione del Concilio Vaticano II, il 21 novembre 1964, riconoscendo così una consapevolezza del popolo cristiano sempre presente. Così affermava il beato Pontefice: «Come infatti la divina Maternità è la causa per cui Maria ha una relazione assolutamente unica con Cristo ed è presente nell’opera dell’umana salvezza realizzata da Cristo, così pure soprattutto dalla divina Maternità fluiscono i rapporti che intercorrono tra Maria e la Chiesa; giacché Maria è la Madre di Cristo, che non appena assunse la natura umana nel suo grembo verginale unì a sé come Capo il suo Corpo mistico, ossia la Chiesa. Dunque Maria, come Madre di Cristo, è da ritenere anche Madre di tutti i fedeli e i Pastori, vale a dire della Chiesa». Dall’annunciazione alla glorificazione in cielo Maria
«con carità di madre si prende cura dei fratelli del suo Figlio che sono ancora pellegrini, posti fra pericoli e tribolazioni, fino a quando non siano condotti nella patria beata» (Lumen Gentium, 62)
Dieci anni più tardi, nell’esortazione apostolica Marialis cultus, sulla scia della dottrina conciliare sul rapporto che intercorre tra Maria e la Chiesa (in particolare Lumen Gentium 63-64), Paolo VI indicava in Maria il modello della Chiesa che celebra. Come Maria anche la Chiesa è in ascolto della Parola di Dio, è orante nella lode e nell’intercessione, è Madre perché genera figli a Dio nei sacramenti iniziatici, offre Cristo stesso nel sacrificio eucaristico ed è maestra nel cammino della fede per i cristiani (nn. 16-23).
Anche il grande vescovo di Aquileia Cromazio aveva delineato il rapporto tra Maria e la Chiesa. Nel sermone XXIX il santo vescovo invita i suoi fedeli a oltrepassare il portone di bronzo della morte e del castigo che Cristo ha già infranto con la sua passione per entrare stabilmente nella Chiesa: «veniamo alla casa di Maria, alla Chiesa di Cristo, dove abita Maria la Madre del Signore».
In occasione dell’anno santo 1974-1975 venne composto un formulario dedicato a Maria Madre della Chiesa, poi inserito nella seconda edizione del Messale Romano e ora utilizzato per la Messa della memoria. Di questo formulario è utile evidenziare almeno l’orazione colletta dove si sottolinea che Maria è stata affidata ai credenti da Gesù morente quale Madre e si supplica: «fa’ che, sorretta dal suo amore, la tua Chiesa, sempre più feconda nello Spirito, esulti per la santità dei suoi figli e riunisca tutti i popoli del mondo in un’unica famiglia». Con la protezione materna di Maria la Chiesa può esercitare il suo ruolo materno e chiamare all’unità i suoi figli.
Nel 1980 l’invocazione Mater Ecclesiae venne inserita nelle litanie lauretane.
La scelta della data
È significativa la data scelta per la memoria liturgica. All’indomani della domenica di Pentecoste, conclusi i cinquanta giorni della Pasqua, la Chiesa riprende il cammino ordinario, non soltanto dopo aver nuovamente invocato e accolto il dono del Paraclito, ma anche confidando nella materna intercessione della Vergine. Gli Atti degli Apostoli danno conto della presenza della Madre di Gesù, insieme agli apostoli e ad alcune donne, a Gerusalemme, in una stanza al piano superiore (At 1,12-14). Il brano, che viene proposto come prima lettura per la Messa in alternativa a Gen 3,9.15-20, apre alla narrazione della Pentecoste: in questa istantanea della Chiesa nascente non mancano gli apostoli, non possono mancare le donne e, soprattutto, non può essere assente colei che ha generato il Salvatore. È divenuta «immagine e modello della Chiesa orante, si unì alla preghiera degli apostoli nell’attesa dello Spirito Santo» colei che «ai piedi della croce, per il testamento d’amore del tuo Figlio, estese la sua maternità a tutti gli uomini, generati dalla morte di Cristo per una vita che non muore», come canta magnificamente il prefazio della beata Vergine Maria III.
Nella peregrinazione della storia la Chiesa, nata dalla Pasqua e continuamente sospinta dallo Spirito, si testimonia con amore il suo Signore e accelera il passo verso il Regno eterno, dove tutto giungerà a compimento. In questo “frattempo” Maria non cessa di mostrarsi Madre indicando ai discepoli il frutto del suo seno Gesù e intercedendo per la loro salvezza.
I testi liturgici
Dal sito web dell’Ufficio Liturgico nazionale della Conferenza Episcopale Italiana:
- Messale: Formulario A delle Messe votive della beata Vergine Maria (pp. 935-936).
- Lezionario: cfr. Allegato 1
- Liturgia delle Ore: cfr. Allegato 2