«Se celebrare nella Chiesa e secondo la Chiesa è elemento indispensabile per vivere la comunione, celebrare nella comunione di gesti e di parole è fondamentale perché ognuno possa riconoscersi e sentirsi a casa anche quando si sposta e raggiunge luoghi diversi per l’Eucaristia o altri momenti di preghiera». Sono queste le parole con le quali l’Arcivescovo conclude il messaggio di presentazione del Calendario Liturgico 2018-2019, strumento che entra in vigore in concomitanza con l’avvio delle nuove Collaborazioni pastorali.
Celebrare nella Chiesa significa partecipare pienamente al mistero della salvezza. E perché la comunione sia piena e perfetta, anzitutto è necessario incontrare e riconoscere il Figlio di Dio, Cristo Gesù, e il suo annuncio di salvezza.
«Così nasce la comunione degli uomini fra di loro, che a sua volta si fonda sulla comunione con il Dio uno e trino. Alla comunione con Dio si ha accesso tramite quella realizzazione della comunione di Dio con l’uomo, che è Cristo in persona; l’incontro con Cristo crea comunione con lui stesso e quindi con il Padre nello Spirito Santo; e a partire di qui unisce gli uomini fra di loro…»
card. Joseph Ratzinger
Celebrare nella Chiesa altro non è che il naturale e proprio esercizio di ogni cristiano che loda l’Altissimo in forza del Battesimo nell’ascolto comunitario della Parola di Dio, nella frazione del pane e nella preghiera.
Ma perché si possa celebrare nella Chiesa occorre anche che si celebri secondo la Chiesa. Occorre, cioè, che i singoli membri, che formano il popolo cristiano, costituiscano un sacramento di unità (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1140) nella diversità dei loro carismi e dei loro compiti, radunati e ordinati sotto la guida dei vescovi. Celebrare secondo la Chiesa significa celebrare in fedele comunione a ciò che la Chiesa ritiene quando compie determinate azioni. In altre parole vuol dire accettare con fede, umiltà e obbedienza gli insegnamenti che la Chiesa prescrive attraverso i libri liturgici affinché le celebrazioni siano corrette e autentiche e permettano un’autentica, consapevole e piena partecipazione dei fedeli. Se i cristiani riconoscono questo stato, allora non sarà difficile ritrovarsi a celebrare il santo mistero anche in contesti diversi rispetto alla chiesa dove solitamente un fedele vive l’esperienza liturgica. Il cammino pastorale della nostra Arcidiocesi, all’insegna della comunione e della collaborazione tra presbiteri e laici e tra comunità diverse, si fonda proprio sulla vita liturgica, e sulla celebrazione eucaristica in modo peculiare, che non può essere elemento di divisione, ma segno e sorgente di unità.
Il Calendario Liturgico è uno strumento prezioso che consente ai presbiteri e primi servitori della Liturgia (cfr. Ordinamento Generale del Messale Romano n. 24) di far sì che il popolo di Dio partecipi e soprattutto viva autenticamente le celebrazioni. Continua l’Arcivescovo «il Calendario Liturgico è uno degli strumenti per ordinare nel modo più adeguato le celebrazioni, preparare i libri rituali, orientarsi nelle peculiarità che caratterizzano i giorni liturgici in base al loro grado, approfondire la normativa ecclesiastica su alcuni aspetti particolari, come ad esempio, le indicazioni sulla vita liturgica nelle Collaborazioni Pastorali riportate in Appendice.». È bene ricordare che tale strumento non si rivolge ai soli ministri ordinati ma anche a tutti coloro che, a vario titolo, operano al servizio della preghiera nelle nostre comunità come, ad esempio, i sacristi, le persone curano lo spazio celebrativo con la pulizia, il decoro e l’addobbo, i ministranti, i lettori, i coristi e gli strumentisti. È per questa ministerialità varia e ordinata che si realizza la partecipazione di tutti i fedeli al dono di Dio che si compie nella celebrazione liturgica e si attua l’accordo tra lo Spirito Santo e la Chiesa che prelude alla gioia eterna nella liturgia senza tramonto.
Il nuovo Calendario Liturgico 2018-2019 – a disposizione per tutte le comunità parrocchiali – è reperibile l’economato della Curia.
Andrea Romanelli
Collaboratore dell’Ufficio Liturgico Diocesano