Parrocchie in pellegrinaggio alla «Porta della Misericordia» in Cattedrale: ecco il «rito della soglia»

La «Porta della Misericordia» della Cattedrale di Udine è stata aperta domenica 13 dicembre nel corso di un’emozionante e affollatissima celebrazione. Le parrocchie sono ora invitate, in questo anno giubilare, ad andare in pellegrinaggio proprio in Cattedrale, l’Ufficio liturgico ha predisposto un apposito «rito della soglia»

Un momento di fortissima comunione quello vissuto domenica 13 dicembre 2015 in Cattedrale a Udine in occasione dell’apertura della «Porta della Misericordia» voluta da Papa Francesco in tutte le diocesi del mondo. Un rito indubbiamente affascinante e coinvolgente non solo a motivo dell’eccezionalità, ma soprattutto per il simbolismo della porta e del varcare la soglia. Le parrocchie dell’Arcidiocesi di Udine dunque sono invitate a organizzare dei pellegrinaggi giubilari, in modo particolare in Cattedrale, che avranno come momento particolarmente significativo il passaggio della «Porta della Misericordia». A tale scopo, l’Ufficio Liturgico diocesano ha predisposto uno specifico «Rito della Soglia» che mette in luce il valore della Porta e dell’atto simbolico del passaggio. Naturalmente il pellegrinaggio può prevedere la celebrazione dell’Eucaristia e della Riconciliazione.

Uno sguardo al valore simbolico della «porta»

Già nelle Scritture la porta riveste un grande valore simbolico: basti pensare al sangue con il quale venivano segnati gli stipiti nella grande notte della liberazione (Es 12,23). Sono soprattutto le porte del tempio da attraversare per entrare nella novità di Dio (Sal 100,4). È necessario, pertanto, varcare la soglia del tempio per ricevere salvezza: «Apritemi la porta della giustizia: vi entrerò per ringraziare il Signore» (Sal 118, 19). Gesù stesso fa riferimento a questa immagine per parlare di sé come via di salvezza: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore […]. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato: entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,7.9). Ma occorre anche aprire la porta per fare in modo che il Signore entri nella vita del credente e stabilisca intimità con lui: «Ecco: io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,9). La vita di fede è esigente come una porta stretta da attraversare con un certosforzo (Lc 13,24) e, tuttavia, la «porta della fede» (At 14,27) si spalanca per coloro che con tutto il cuore aderiscono alla buona notizia. Al termine della vita e della storia il cammino si compie nella Gerusalemme celeste che l’Apocalisse di Giovanni così descrive: «È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte» (21,12-13), porte sempre aperte (21,25) perché, grazie al sacrificio dell’Agnello è ininterrotta a comunione tra Dio e gli uomini. Quanto aveva pregustato nella visione Giacobbe ora è realizzato nel mistero della Pasqua del Figlio di Dio: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen 28,7).

Nella tradizione cristiana

Data la pregnanza di questo simbolo non stupisce che anche la tradizione cristiana abbia circondato la porta e la soglia di attenzioni simboliche e di riti: varcare la soglia, infatti, attesta per via corporea la differenza tra dentro e fuori, prima e dopo, passato e futuro, le cose vecchie e le cose nuove. Dovremmo riflettere maggiormente sulle porte e i portali delle nostre chiese, sui sagrati, i recinti e i sottoportici che spesso circondano la soglia di questi edifici cultuali. Spesso li attraversiamo superficialmente quando dovremmo sentirne tutta la forza simbolica.
 
In alcuni casi, come ad esempio, il portale della Redenzione della Cattedrale e i portali dei duomi di Cividale, Gemona, Venzone o delle chiese di Pontebba e Malborghetto, attraverso l’apparato iconografico (i misteri della salvezza, il Salvatore o la Vergine, ianua coeli) simbolizzano la necessità di passare attraverso Cristo per avere vita e salvezza.
 

Nella liturgia

La liturgia inoltre è ricca di delicati riti della soglia. La processione d’ingresso, al seguito della croce e del libro dei Vangeli, assume più spessore se viene compiuta passando attraverso la porta della chiesa. Così anche i riti di accoglienza nel Battesimo dei bambini insistono sullo spazio come elemento determinante: è alla porta che i battezzandi vengono accolti con le loro famiglie dalla comunità radunata e avviene il dialogo con il ministro. Soprattutto i riti che precedono l’iniziazione cristiana degli adulti valorizzano l’ingresso e il suo valore liminale: all’ammissione al catecumenato i candidati vengono radunati alla porta e, dopo un momento di intensa preghiera, segnati con il segno della croce, vengono fatti entrare in chiesa. Alcuni momenti dell’anno liturgico come la memoria dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme e della Presentazione del Signore comportano movimenti processionali che prendono avvio fuori della chiesa e ad essa terminano. Anche nel Matrimonio e nelle Esequie i fedeli vengono accolti alla porta della chiesa.
 
I simboli sottesi alla porta e soprattutto all’azione dell’attraversarla possono essere autenticamente accolti se i riti vengono sinceramente vissuti. Affinché questo sia possibile è doverosa una conversione globale che sappia riconoscere a tutto il linguaggio celebrativo un valore impressivo: allora anche l’entrare in chiesa perché convocati e l’uscirne perché congedati, il sostare in un sagrato o in un atrio quasi a percepire la distanza tra ciò che l’uomo è ciò che è chiamato ad essere e attraversare una porta con la coscienza che il Dio-con-noi è anche sempre “oltre” rispetto a noi, potrà incidere nei corpi e nei cuori dei credenti e consentire quell’esperienza viva di Dio che fa cantare al salmista: «È questa è la porta del Signore: per essa entrano i giusti» (Sal 118, 20).
 
 
A questo link è possibile scaricare il libretto in formatop pdf del «Rito della soglia».
 
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