Il Calendario liturgico 2021-2022 per la nostra Arcidiocesi, con le indicazioni per celebrare nella comunione ecclesiale l’Eucaristia e la Liturgia delle Ore, è uno strumento umile ma prezioso che aiuta a custodire la “forma” autentica della celebrazione in modo che questa “forma”, fedele al comando di Gesù Cristo, modelli tutta l’attività della Chiesa e il suo impegno nel mondo e la sostenga nella complessità del nostro tempo.
Il nuovo Calendario Liturgico – a disposizione per tutte le comunità – è disponibile presso gli uffici della Curia, in via Treppo 7.
Presentazione
A cura di Andrea Romanelli, Revisore del Calendario liturgico per l’Arcidiocesi di Udine.
«Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra». Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi.» (At 1,6-9)
Con queste parole, tratte dal libro degli Atti degli Apostoli, l’evangelista Luca descrive l’Ascensione in cielo di nostro Signore Gesù Cristo. L’Ascensione, quando Cristo viene elevato in cielo alla destra del Padre, può essere considerata come il primo vero e proprio slancio missionario. L’evangelista Marco racconta che dopo tale avvenimento i discepoli partirono per andare a predicare ovunque con la presenza fissa del Signore che agiva insieme a loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano (cfr. Mc 16,19-29). Eppure prima i discepoli apparivano smarriti e perplessi nonostante l’evento della Risurrezione. Le parole dei discepoli, infatti, risultavano ancora molto umane; insistevano su congetture e segni concreti per il loro tempo. Gesù sapeva che i discepoli non erano ancora pronti per partire e diffondere la buona notizia eppure, invece di riprenderli come in passato, li lasciò promettendo loro che avrebbero ricevuto la forza dello Spirito Santo che li avrebbe resi autentici testimoni e missionari del suo amore. I discepoli, così si aprirono allo slancio missionario per andare a diffondere ovunque il Vangelo di Gesù. Lo slancio missionario non è frutto delle nostre intenzioni o della nostra volontà ma del dono dello Spirito Santo che opera in noi.
Così come allora anche oggi siamo chiamati a testimoniare Gesù con un rinnovato vigore a seguito degli sconvolgimenti che la pandemia ha comportato e alla luce delle sfide che la nostra Arcidiocesi sta affrontando con l’avvio delle Collaborazioni Pastorali. Il nostro Arcivescovo nella sua lettera pastorale, consegnata all’inizio dell’anno pastorale, invita la nostra Chiesa udinese a riaccendersi di passione missionaria che potrà concretizzarsi se ognuno di noi, ciascuno nel proprio ambito, ritroverà la gioia di nutrirsi fedelmente del Vangelo gustandolo ogni volta come Parola nuova e sempre viva.
Il nutrimento della Parola si riceve in primo luogo nella celebrazione eucaristica che ispira e modella lo stile missionario della Chiesa stessa. Così afferma l’Arcivescovo nel messaggio di presentazione del nuovo Calendario liturgico 2021-2022: «La missionarietà non nasce da una intuizione geniale delle persone o da una loro particolare attitudine, ma può formarsi soltanto nell’incontro con il Signore che chiama, manda e plasma coloro che devono andare conferendo loro la “forma” idonea per essere missionari.» E ancora: «La struttura della celebrazione eucaristica non è semplicemente il canovaccio di un’azione rituale, ma è la “forma” che ogni discepolo deve assumere per non vivere più di se stesso (cfr. Gal 2,20), ma per Cristo, e così imparare a dare la vita.»
Ecco allora che la celebrazione liturgica domenicale ci permette di fare nuovamente esperienza della dello Spirito Santo che opera in noi secondo il ministero che siamo chiamati ad esercitare. A noi il compito di svolgerlo evitando quegli atteggiamenti di autoreferenzialità, di smania di comando, di elitarismo preferendo, invece, atteggiamenti di umiltà di gratitudine e gratuità con uno sguardo di predilezione per i piccoli e i poveri.